La campagna #salviamolarocca raggiunge le 1.500 firme

In meno di tre settimane dal lancio ufficiale, la campagna per chiedere alle istituzioni il recupero della Rocca di Ripafratta tocca quota 1.500 adesioni, tra firme online e cartacee.

Un risultato straordinario, che dimostra l’attaccamento dei cittadini ad un monumento storico che è parte integrante del paesaggio: hanno firmato residenti del territorio, visitatori, turisti, ma anche persone che lo hanno visto passando dalla strada, dall’autostrada, dal treno o dalla pista ciclabile. A ulteriore dimostrazione che non si può lasciar sparire dalla vista questa fortificazione, che ha un valore non solo storico ma anche paesaggistico.

Cogliamo l’occasione per rispondere ad alcune domande che ci fate spesso in questi giorni. Pronti?

Come si firma online?

Partiamo dalle basi, quindi. Si può firmare su internet, cliccando qui, grazie al popolare sito di raccolta firme e petizioni Change.org. Non serve essere iscritti al sito. Basta inserire nome e cognome, mail, CAP di residenza e se si vuole un piccolo commento.

Come si firma in cartaceo?

Se preferite la carta, trovate i moduli per firmare presso:
– Centro civico di Ripafratta (via Statale Abetone 264, ex scuole elementari)
– Circolo ARCI Ripafratta
– Circolo ACLI Ripafratta
– Edicola Molina di Quosa
– Edicola Filettole
– Toscana Ristoro, San Martino Ulmiano (via Lenin 132/r)
e presto in altri negozi e località che vi indicheremo.

Anche in questo caso, basta scrivere nome e cognome, email, comune di residenza, eventualmente l’indirizzo e firmare.

Se volete scaricare il modulo di raccolta firme per stamparlo e farlo firmare ad amici e conoscenti (o per tenerlo in negozio se siete un esercente), lo trovate qui: SCARICA IL MODULO.

Quanto dura la campagna di raccolta firme?

Non ci siamo posti un limite a priori. Andrà sicuramente avanti fino alla Festa della Rocca, 10-11 giugno, poi valuteremo. Quindi chi vuole firmare lo faccia subito! 🙂

Quante firme sono necessarie?

Non c’è un numero minimo o massimo. È una campagna di sensibilizzazione, quindi va da sé che più firme ci saranno alla fine, più sarà dimostrato l’interesse dei cittadini per il recupero della Rocca (e più le istituzioni saranno costrette ad ascoltarci). Diciamo che qualche migliaio di firme sarà indispensabile, ma a questi ritmi dovrebbe essere un traguardo tutt’altro che impossibile.

A chi è diretta la petizione? Dove posso leggere il testo?

La nostra esperienza di questi ultimi anni ci ha dimostrato che risolvere la questione del recupero della Rocca a livello strettamente locale non è, purtroppo, possibile. Vista la grande rilevanza di questo bene storico, troviamo giusto e fondato che se ne occupino livelli amministrativi e istituzionali più in alto del semplice comune.
Ecco perché abbiamo indirizzato la petizione al Comune di San Giuliano Terme, ma anche al Presidente della Toscana Enrico Rossi (in rappresentanza della Regione) e al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
Il testo della petizione per intero si può leggere su Change.org o nei moduli cartacei.

Cosa farete quando avrete chiuso la campagna?

Porteremo le firme ai diretti interessati e faremo vedere quanti cittadini chiedono a gran voce di salvare questa testimonianza del nostro passato. Chiederemo quindi l’apertura di un tavolo operativo tra i vari soggetti coinvolti. Sottolineiamo operativo.

Qual è il fine ultimo della petizione?

Chiediamo che la Rocca di Ripafratta sia acquisita come proprietà di un’ente pubblico e che si avvii una fase di recupero progressivo, mettendola anzitutto in sicurezza e consentendo, per iniziare, la fruibilità da parte del pubblico. Più sarà conosciuta, più sarà al centro dell’attenzione, più sarà facile trovare fondi per un suo recupero globale. Si potrebbe iniziare mettendo in sicurezza l’ingresso e il corridoio di accesso, per consentire ai visitatori di poter entrare.

Nonostante la Rocca sia ad oggi privata, la disponibilità degli attuali proprietari ad un percorso che approdasse alla proprietà pubblica c’è sempre stata, nel corso delle trattative che si sono susseguite finora. Sarebbe importante andare incontro a questa disponibilità con proposte e atti concreti.

Perché chiedete che la Rocca diventi pubblica?

In questi anni di trattative, battaglie, speranze e delusioni abbiamo capito una cosa: finché la Rocca resta proprietà privata non ha futuro, per mille validi e ovvi motivi. Lo stesso percorso intrapreso dal Comune di San Giuliano Terme con la Fondazione Pisa aveva come approdo finale la proprietà pubblica della Rocca.
Solo se il complesso diventa proprietà di un ente pubblico si possono verificare due condizioni essenziali:

1. potrà accedere a diversi livelli di finanziamento (se l’istituzione che lo gestirà sarà brava a darsi da fare ovviamente), dal livello regionale a quello nazionale a quello europeo. Solo così si può mettere mano ad una prima, indispensabile messa in sicurezza. E poi a un recupero progressivo e sostenibile, nel corso degli anni.

2. potrà essere oggetto di una progettualità condivisa con il territorio e con le sue esigenze. La Rocca fa parte del paesaggio, della comunità, della storia di tre grandi città toscane e italiane: Pisa, Lucca, Firenze. Impensabile che sia un privato, pur con tutta la buona volontà e competenza, a occuparsi di un oggetto così delicato e così interconesso al suo territorio. Deve essere la comunità, attraverso le sue istituzioni e con forme di partecipazione e di coinvolgimento più ampie possibili, a decidere il suo futuro e a prendersene cura.

Ma se venisse davvero restaurata, la gestione sarebbe sostenibile?

Se fatta bene, sì. C’è uno studio della Bocconi in merito, come forse saprete, e noi lo abbiamo ulteriormente approfondito con una nostra proposta. La risposta dunque non può che essere questa. Il piano “di gestione”, passateci il termine, dovrebbe essere professionale e prendere spunto da altri casi di successo similari, fare largo uso di fund raising, sponsor e soprattutto eventi.
Ciò detto, pensare la cultura, l’identità del territorio e la qualità della vita solo in ottica di business significa semplicemente sbagliare strada. Può farlo un privato forse, non un istituzione pubblica. Ecco perché ci rivolgiamo a comune, regione, ministero.

Ci sono altri casi simili di recupero di castelli da cui prendere spunto?

Quanti ne volete. Per citare i più vicini a noi, prendete uno qualsiasi dei castelli della Garfagnana (la Fortezza di Mont’Alfonso, o la Fortezza delle Verrucole), prendete la Rocca Sillana di Pomarance, ma anche la stessa Rocca di Nozzano (proprietà del Comune di Lucca), unica tra le fortificazioni di confine Pisa-Lucca ad essere in condizioni dignitose (ed unica a essere pubblica, guarda caso). La maggior parte di questi interventi sono stati finanziati con fondi regionali, o ministeriali, o europei, o più spesso con combinazioni di questi tre.

Finora avete avuto riscontri?

Al momento abbiamo avuto colloqui e incontri soltanto con il Comune di San Giuliano Terme. Ma siamo fiduciosi che anche gli altri due interlocutori a cui è diretta la petizione non tarderanno a farsi sentire. 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *